sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale, Terra.

Ci siamo; anche quest'anno Natale è qui, per tutti, anche per quelli che non ci credono, che hanno saputo solo barare e mentire, che vivono nelle misere illusioni umane, che mai capiranno quali sono le cose realmente importanti e quindi moriranno soli; anche per quelli che pensano che sia solo una questione di regali e consumi; anche per quelli che stanno preparando una bomba perché un dio, che non esiste, glielo ha ordinato. Nella speranza che a tutti coloro che vivono su questo splendido Mondo, la nostra Madre Terra, amica e sorella straordinaria, possa, questo Natale, donare luce e amore... auguri.

giovedì 22 dicembre 2011

Sono davvero curioso...

Adesso che abbiamo "finalmente" riformato le pensioni (ma dato che il precariato imperversa chi riuscirà mai a mettere insieme tutto il necessario per una pensione decente, significando che in realtà il problema non si poneva...), pare che si possa passare a riformare il mondo dei contratti di lavoro; sarebbe meglio dire la selva indistricabile dei contratti di lavoro, dato che ne esistono una sterminata quantità, tutti di tipo "per un po' ti tengo, poi, gentilmente (ma neanche tanto), levati dalle palle, che faccio lavorare un altro". Il primo problema che si pone è come licenziare le persone (pare sia tanto difficile, perché esistono un sacco di giustificazioni da dare, ma ancora una volta, non mi risulta che la fantasia di chi vuole mandarti a casa abbia mai fatto difetto...), quindi l'articolo 18 va riformato/alleggerito/eliminato, così anche quel 5% di lavoratori che ne usufruisce avrà lo stesso trattamento del "restante" 95%. Quindi come mai tutto questo problema per il "solo" 5%? Abbastanza ovvio: queste persone sono quello che lavorano nelle grandi aziende, cioè quelle che permettono alle persone più ricche d'Italia il loro immensamente elevato tenore di vita e la cui facilità di licenziamento permetterebbe di salvare denaro extra per lussi extra (perché non mi faccio certo illusione che sia per il bene dell'azienda in se per se, salvo considerare il prestigio dell'azienda ricca e potente: "la mia azienda è ricca, io sono un superuomo e la mia vita è realizzata", cioè fallimento totale); quindi sull'articolo 18 si straparla ovunque; eppure ho chiaramente udito la Signora Ministro (le mie scuse non ne ricordo il nome..., ma mi riferisco alla signora che pianse nell'annunciare i nostri sacrifici, non certo i suoi, ma magari era mossa da sincera empatia...), ma mi era chiaro già da prima, che per avere una pensione decente in un sistema contributivo è strettamente necessario, cioè obbligatorio, lavorare e nello specifico, lavorare per 40 anni o oltre; sempre; senza saltare un mese; altrimenti la cosa si allunga, dato che si parla di anni di lavoro effettivo; cominciate a vedere il difetto, anzi le due categorie di difetti, che emergono da questo ragionamento? 1-cronologia degli interventi: la prima cosa di cui occuparsi erano i contratti di lavoro, poi le pensioni; 2-eliminazione della precarietà (parlare di licenziamenti, quando si deve parlare di assunzioni? Sbagliato...). Il mercato economico italiano non è certamente molto vivace di suo, dato che da sempre la gente in Italia è risparmiatrice e di conseguenza, in genere, non va a spendere denaro per comprare cose nuove, quando quelle vecchie ancora funzionano bene; quindi i soldi finiscono nei conti correnti, sotto i mattoni o dentro al materasso a tenere caldi gli acari; comunque una certa mentalità consumistica ha iniziato a farsi largo anche da noi, ma subito è stata abbattuta dall'arrivo dell'Euro; sia chiaro non ho nulla contro l'Euro, ma guardo storto l'aumento dei prezzi che l'Euro si è portato dietro e la mancata corrispondenza di aumento degli stipendi (già qui mi viene voglia di andare a dare fuoco ai montarozzi di denaro dei Signori e delle Signore Imprenditrici); legandomi a questo, che poi porterà al resto, domando: ma chi è che deve alimentare (comprando i beni) l'economia consumistica?; semplice: i Marziani (abitano in profonde caverne climatizzate, a chilometri dalla superficie e ridono di noi che li cerchiamo dove non può, attualmente, esistere vita); di sicuro non i terrestri, meno che meno gli Italiani; lo sa il Sig. Marchionne che senza uno stipendio decente-e-fisso il prestito per comprare l'automobile non viene concesso? Quindi, di che cosa parla, quando si lamenta tanto? Non sono forse una stessa entità i "fastidiosi" lavoratori che: "quanto ci costano... non siamo competitivi a causa del costo del lavoro... ecc." e quei "sacri consumatori", per convincere i quali a spendere denaro per i propri prodotti, si investono, spesso, molti milioni di euro all'anno in pubblicità? Assolutamente no; i prodotti li comprano i Marziani, i "sacri consumatori alieni", che da dentro le cavità sotterranee in cui vivono, guardano anche i nostri canali televisivi (oltre agli altri 100.000 del network galattico) e poi escono dalle loro case iper-tecnologiche (costruite da robot), raccolgono le banconote dalle piante che nascono spontaneamente ovunque, si travestono da umani ed entrano nei vari negozi, facendo incetta di decine di oggetti di varia natura; gli esseri umani, non partecipando all'arricchimento delle aziende in cui lavorano, sono, quindi giustamente, solo un peso, solo scimmie da lavoro: 2 noccioline e un sorso d'acqua dovrebbero bastare per una giornata di lavoro, altro che comprare una casa, un mezzo di trasporto (peraltro obbligatorio, dato che nelle domande di assunzione se ne chiede il possesso o meno e, pur non dichiaratamente espresso, è titolo discriminante per la selezione), fare le ferie, avere una copertura sanitaria per le malattie ("sempre a sbertucciare per due linee di febbre..."); senza neanche prendere in considerazione il problema globale (risorse limitate, inquinamento, sfruttamento) che il consumismo e la malata e complessata avidità che ci sta' dietro, comportano, mi pare chiaro che la cosa si risolve solo con un cambio di mentalità: se per sopravvivere devo avere almeno 750 euro al mese (con questi alimento l'economia di sopravvivenza: casa, mezzo di trasporto, cibo, vestiario), alimentare al minimo l'economia di consumo richiede non meno del doppio; non è avidità, ma è una questione di soglie psicologiche; porto un esempio estremo: il superenalotto; quando il montepremi per il 6 supera i cento milioni di euro, la cifra delle giocate raddoppia o quasi (ho spesso visto passare le giocate da 3 milioni a oltre 6), quasi come se 99 milioni non bastassero; ma è solo il superamento di una soglia psicologica: 100 milioni son davvero tanti; ma anche 10 o 2; una persona che riesce a lavorare 40 anni, senza perdere un giorno (ma che c... fortuna!) e guadagna (per semplicità di calcolo e mediamente) 1.000 al mese, più 13a e 14a, si mette in tasca 560.000 euro e a lavorare ci deve andare tutti i giorni; quindi partendo da un minimo di 1.500 euro mensili (non dico certo tutti a carico dell'azienda, ma anche scaricati dalle tasse che si pagano direttamente nella busta paga, i famigerati contributi e le trattenute, che valgono, le ultime, fino al 30% dello stipendio, che non ripagano davvero chi le versa) a salire e mantenendo il costo generale della vita uguale, vorrei poter scommettere sulla crescita dei consumi e del tenore di vita che ne deriverebbe; il che ovviamente va sommato a stipendi solo ed esclusivamente a tempo indeterminato; questo non vuol dire "a vita", ma solo fino a che le condizioni lo consentono; se poi l'azienda dovesse cominciare a soffrire, prima di licenziare e/o mettere in cassa integrazione (il Sig. Marchionne, se crede, può andare a costruire anche su Marte, ma prima rendesse allo Stato Italiano tutti i soldi della cassa integrazione che hanno permesso alla FIAT di sopravvivere e mentre conta tutti quei soldi, riflettesse su questo: dopo chi gliele compra le automobili? Ma che c*@#o di domande faccio... i Marziani!, Di sicuro non gli Italiani disoccupati...): 1-si abbassano a 1.500 euro tutti gli stipendi (compresi quelli dei dirigenti: oltre è lusso e in tempi di crisi il lusso...), 2-si recuperano gli utili (che vanno anche oltre il 50%; ricordate la vecchia, Panda? Costo 5 milioni di lire [stipendi, energia, materiali, ammortamenti], alla vendita oltre 10 milioni!), 3-si licenziano per primi i dirigenti che se lo meritano anche (azienda in crisi = pessima gestione + mancata previsione dei rischi + eccesso di avidi giochini finanziari + stupidità); se poi alla fine proprio non ci fosse altro da fare, lo Stato dovrebbe prendersi cura del malcapitato (sussidio minimo fisso, esenzione del pagamento dell'IVA per i beni di prima necessità, cancellazione di tasse, mutui, affitti, bollette, assicurazioni, bolli, ecc., per il periodo di disoccupazione, che non dovranno essere resi e se il nuovo lavoro è altrove, un contributo, da restituire, per il trasferimento) e non certo con quei ridicoli palliativi (chiamati disoccupazione ordinaria e a requisiti ridotti, ottenibili solo se si è lavorato in varia misure), dopo che anche chi non la percepisce, ha pagato la cassa integrazione. Il cambio di mentalità consiste nel capire che rinunciare a qualcosa (in termini di guadagno istantaneo) per dare maggiore stabilità, liquidità e serenità a chi poi i soldi li spenderà per i loro prodotti, è solo un vantaggio per le imprese e un guadagno durevole; intanto che questo circolo virtuoso si instaura, chiudiamo le borse; ne siamo schiavi (le variazioni a cui assistiamo in questi giorni, in particolare, non sono indice che delle manovre di chi vi lavora e non di reali variazioni del valore delle aziende e dei mercati in cui operano) e questo non è accettabile.