domenica 16 ottobre 2011

Borse: protesta degenerata!

Nel frattempo che io postavo il precedente scritto sulle borse, definendo criminali e truffatori certi personaggi che vi bazzicano e alcune delle loro attività, ecco che si organizzavano e poi si manifestavano altri criminali; non si possono definire in altra maniera; è il classico esempio di persone che, con la scusa della protesta e della difesa del "popolo oppresso" devastano e distruggono tutto quello che incontrano; il modello di pensiero che sta alla base di questo atteggiamento è diffusissimo e si esterna in tutti i gradi di violenza conosciuti: ho ragione (credo, sono convinto, ho le prove, è evidente, ecc.), quindi ogni atto (urlare, offendere, deridere, picchiare, bruciare, uccidere, ecc.) è giustificato e mi è concesso. Questo è quello che ho provato (in certe di queste) e visto (in altre) in tutta la mia vita e per parecchio tempo ho seguitato a provare un senso di incompletezza davanti all'asserzione implicita in questo genere di comportamento: ho ragione, posso fare tutto. Poi mi sono cominciato a rendere conto che molto spesso, la ragione che uno crede di avere è solo basata su un proprio modello di opinioni (condizionato da cultura, insegnamento, religione, amicizie, ecc.), che in quanto tale non è certo assoluto, ma va contestualizzato; da ciò ne consegue che anche la violenza che si applica con la convinzione della ragione, non ha basi solide e che, in ogni caso, la difesa delle ragioni proprie e/o altrui può essere fatta anche in maniera più civile; questo non vuol dire che non ci saranno mai giustificazioni anche per azioni violente (verbali o fisiche che siano; un rapido esempio: tocchi mia figlia? Prepara il tuo funerale, perché neanche un miracolo divino potrà salvarti!), ma che non tutte le volte che ci si troverà coinvolti in situazioni di contrasto sarà giustificato arrivare ad atti violenti; nel fatto della protesta contro banche e borse, facciamo una piccola considerazione: queste istituzioni, si dice, truffano, rubano, vessano finanziariamente il comune cittadino, quindi (si da per definito) la protesta contro di loro è giustificata, è giusto indignarsi e chiedere riforme bancarie e chiusura (dico io) delle borse; cosa giustifica la ditruzione di attività commerciali che, pure simboli di un consumismo che proprio perfetto e pulito non è, dà comunque di che vivere a intere famiglie? In cosa consiste la giustificazione del rogo di un'automobile che un povero cristo starà pagando con sacrificio di una bella fetta del suo sudatissimo e precario stipendio? Non sono queste persone proprio quelle che si va a cercare di difendere da banche e borse? Il negoziante e il proprietario dell'auto bruciata si vedranno costretti (escludo che abbiano pagato le salatissime assicurazioni contro furto e atti vandalici: altri enti di degna moralità la assicurazioni...) a sacrifici immensi per rientrare dei danni subiti, ammesso che vi riescano; così magari il negoziante non potrà riaprire e la sua famiglia sarà nei casini e il proprietario dell'auto, dovrà seguitare a pagare il prestito per l'auto bruciata e magari rinunciare al lavoro attuale, perché troppo lontano per essere raggiunto con altri mezzi o a piedi. Il danno che si fa quando si usa violenza per affermare la propria ragione è sempre molto superiore al beneficio che si voleva ottenere, perché può, e spesso lo fa, ledere l'innocente e chi, semplicemente, ha opinioni diverse; ma in un mondo, quello umano, dove la prevaricazione ingiustificata (perché inutile per una migliore possibilità di sopravvivenza, ma questo è un'altro discorso, che tratterò in altra occasione) sembra essere la ragione di vita di tante persone, le truffe delle borse e le violenze dei Black Block sono la norma, ma sono entrambe crimini, inaccettabili in egual misura.

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